22 luglio 2008

Lo spot Tim


Lo spot è stato prima soggetto a critiche da parte del MOIGE (un'associazione di genitori, reazionaria e omofoba, oltre che ignorante e piena di pregiudizi risibili).
Nel comunicato si legge:

“Chiediamo l’immediata sospensione di uno spot che offende la dignità della donna, fa tabula rasa dei valori della paternità e della maternità e rischia di vanificare anni e anni di campagne incentrate sulla sicurezza dal punto di vista dei comportamenti sessuali: agli adolescenti, target sollecitato dallo spot, viene mostrata una tipologia di comportamento infarcita di superficialità e indecenza e per finire anche demenzialità, vista la reazione dei presunti ‘padri’ all’arrivo dei messaggi”

“Questo spot è un’offesa alla dignità della donna, presentata in una luce di squallida licenziosità”, ha affermato Elisabetta Scala, Responsabile osservatorio media del Moige.

Squallida sarà Elisabetta Scala, non certo la vita sessuale della ragazza dello spot anche se il fatto che la ragazza annunci la paternità a una molteplicità di uomini, senza distinzione tra ‘contestatori’ e poliziotti, è discutibile e fa subito pensare alle sue scarse virtù morali (come ben dice Giorgia sul blog Televisionando). Quel che c'è di positivo nello spot è la reazione degli uomini, di gioia e non, come ci hanno abituato i film e, purtroppo, le statistiche (quante mogli abbandonate ancora incinte, prima del parto...), di sgomento e fuga.

Poi, addirittura, lo spot è stato oggetto di interrogazione parlamentare da parte di tre deputate del Pdl Alessandra Mussolini, presidente della commissione parlamentare per l'Infanzia, Gabriella Carlucci e Manuela Di Centa secondo le quali:
Nella pubblicità si evidenza chiaramente come non vi sia la certezza della paternità di un nascituro che viene ridotto, quindi, al prodotto del gioco di una notte, che peraltro rispolvera un concetto della sessualità tipico degli anni '70 oramai superato. Mettere al mondo un figlio è un atto di amore e di responsabilità che non può essere svilito e offeso per mere speculazioni commerciali» (fonte Corriere della sera).

Ora, la ragazza dello spot si vive la maternità con maggior leggerezza (e non superficialità) con cui sembrano viversela sia i genitori del Moige che le deputate del Pdl.
Quel che in questa campagna di spot trovo sia davvero offensivo della dignità delle donne sono quelle piccole ragazze formato telefonino, ben visibili negli spot precedenti (ma anche in questo) che vengono "chiuse" e "aperte", cime veri e propri cellulari che sono davvero la quintessenza della mercificazione della donna, resa letteralmente oggetto.
Sia il Moige che le deputate a quanto pare non hanno la capacità di notare questo dettaglio, e distratti da grossolane considerazioni sul contenuto dello spot, non tengono in considerazione il maschilismo di fondo presente in tutti gli spot precedenti a quello incriminato.


La malafede del Moige e delle deputate del pdl è palese.
Quello che dà loro fastidio è l'autodeterminazione della giovane donna che non può scegliere di avere tanti partner sessuali (è sempre la stessa morale: una donna con tanti partner è una puttana, un uomo con tante partner è un superfigo) né, tanto meno, può scegliere di tenere il figlio, senza un padre certo. Siamo in piena morale borghese che prima crea l'idea che la donna incinta senza un padre certo sia una poco di buono, e poi istituisce dei centri per le ragazze madri...

Della donna-oggetto, chiusa e fatta sparire come un telefonino e della partner ufficiale, fatta fessa con un regalino, non gliene frega niente a nessuno...


Infine segnalo che lo spot incriminato è menzognero, come rileva Giusva Iannitelli sul blog Mobile Blog:

Oggetto del contendere è uno spot dell’ex-monopolista di cui stavo preparando un approfondimento: dove io vedevo messaggi al limite della truffa, altri hanno visto “costumi sessuali promiscui”. De gustibus.

Partiamo dalle mie considerazioni: la speaker dice testualmente “500 SMS e 500 MMS verso tutti e 500 minuti di chiamate verso i TIM”, i quadratoni colorati riportano esattamente la stessa cosa ben in grande, mentre in piccolo -sulla striscia inferiore-, appare la reale offerta

Max 150 SMS e 50 MMS verso i numeri Vodafone, 3 e Wind. Scatto alla risposta 19 cent.

Legislativamente parlando non so quanto borderline sia questa pratica di dire una cosa e scriverne un’altra diametralmente opposta (c’è chi la chiamerebbe sintesi, io la chiamerei in modo differente), ma a rigor di logica, essendo gli operatori virtuali delle entità a se stanti, significherebbe che queste limitazioni non si applicano a Poste Mobile, o Fastweb, o altri?

(...)

Personalmente ritengo questa un’analisi assolutamente bigotta della situazione (basterà farsi un giro su alcuni approfondimenti del nostro tvblog per vedere come la moralità di taluni programmi, anche sulla tv commerciale, sia spesso messa a rischio per cose ben più eccessive), e chissà poi perché nessuno faccia nulla per impedire che uno spot di 30 secondi diventi un mezzo per dire ciò che si vuole, a prescindere dall’offerta reale.

A prescindere da tutto, leggete sempre bene le condizioni di una promozione!


E' proprio tipico di questa italietta fascista, si vede sempre il brusco dell'altrui occhio e mai il proprio trave...

La migliore risposta viene sempre dalla rete ed è una parodia, spassosissima...

1 commento:

Anonimo ha detto...

Condivido parola per parola la tua lettura dello spot ...
E continuo a restare basita dall'incapacità diffusissima di esercitare critica su questo ed altri episodi
Non so se sai già degli ultimi sviluppi circa la vicenda del "camerata Italo". Comunque ho scritto un nuovo post, dove linko tra l'altro anche il tuo post sul Pride. Magari quando hai tempo passa a leggerlo, mi interesserebbe sapere cosa ne pensi
ciao
v.

bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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