9 febbraio 2013

L'intimo, profondo, arcaico sessismo del popolo italiano. Sulla mostra di Doisneau con guida e su la moglie di Sartre

Sono andato a rivedere la mostra di Doisneau, stavolta con l'ausilio di una guida che il Palazzo delle Deposizioni mette gentilmente a disposizione di chi ha comperato la membership annuale (60 euro e potete accedere tutte le volte che volete al palazzo e anche alle Scuderie al Quirinale).

La mostra è molto bella per le foto in sé non certo per gli apparati critici, inesistenti, che non ti spiegano nulla della vita artistica, almeno, di Doisneau né tanto meno azzardano spiegazioni sulla società da lui ritratta o sul tipo di macchina fotografica che usava (una Rolleiflex, un modello di macchina che usava due obbiettivi uno per scattare la foto l'altro per comporre l'inquadratura, che si vedeva tramite un'apertura superiore, a pozzo; le reflex invece usano lo stesso obbiettivo per le due operazioni grazie a un prisma che devia l'immagine ora al mirino ora alla pellicola). 

La nostra guida, un ragazzo occhialuto e barbuto sulla trentina, ma la barba lo invecchia, ci spiega alcune cose ma tace su altre. Si sofferma su alcune foto facendone una lettura di contenuto, descrittiva è un po' aleatoria, perchè personale e a tratti discutibile.

Quando arriviamo a una parete dove sono esposte le foto di alcune personalità della cultura francese e non solo la guida ci introduce Orson Welles spiegandoci che è un regista, Queneau spiegandoci che è uno scrittore, citandoci il suo Esercizi di stile (un libro da rileggere almeno una volta l'anno, in italiano, nella bellissima traduzione/riscrittura di Umberto Eco, io l'ho letto ai tempi del liceo).



Poi, arrivati davanti la foto di Simone de Beauvoir la guida dice, testualmente, ed ecco la moglie di Sartre.
Così, senza dirci nulla sulla sua professione.

Dalla foto, che la ritrae in una sala vuota, seduta a un tavolo intenta a scrivere, si evince che la moglie di Sartre è una intellettualoide come il marito, però la guida non spende nemmeno una parola per dire che è una famosa scrittrice, che ha scritto un testo fondamentale del femminismo (Il secondo sesso, altro libro fondamentale) e che, tra le altre cose ha detto:
Ciò che dà alle donne chiuse nell'omosessualità un carattere virile non è la loro vita erotica, che, al contrario, le confina in un universo femminile; è l'insieme delle responsabilità che sono costrette ad assumere in quanto fanno a meno degli uomini.

Nessuno è di fronte alle donne più arrogante, aggressivo e sdegnoso dell'uomo malsicuro della propria virilità.

Insomma la guida ci presenta Simone de Beauvoir come la moglie di Sartre, io quasi mi strozzo e prima che possa dire qualcosa una signora, non del nostro gruppo, ma che era venuta a vedere la mostra per conto suo, gli dice, impietrita, guardi che De Beauvoir (senza l'articolo!) e Sartre non erano nemmeno sposati e se ne va infuriata.

Allora intervengo io e dico alla guida, cercando di essere ironico anche se vorrei fracassargli gli occhiali a suon di capocciate al muro (fossimo in un film si vedrebbe la scena), beh presentare una donna come la moglie di qualcuno è sessista, sopratutto nel caso di Simone de Beauvoir che è stata l'antesignana del femminismo europeo.

Lo dico con un tono divertito che mi sorprende, ma in realtà non sono arrabbiato, più che altro deluso e disgustato. La guida, senza battere ciglio cerca di giustificarsi dicendo che la ha presentata così perchè non può pretendere che il suo pubblico conosca per forza Simon de Beauvoir.

Io incalzo ma non credo che davanti la foto di Sartre lei avrebbe detto "ecco il marito di Simone de Beauvoir", e una ragazza, vicino a me, commenta sottovoce e infatti prima non lo ha detto.

Il pubblico, tutte persone adulte, a esclusione della ragazza, è interdetto per due motivi, perchè un ciccione dai lunghi capelli si permette di contraddire la guida che per loro è l'unica auctoritas (non è per snobismo se constato che nessuno lì ha mai letto una riga di Queneau o di Sartre, beh per Sartre in fondo poco male...) e poi perchè sto facendo un rilievo che a loro risulta sicuramente secondario e polemico.
Contraddire perchè la guida ribadendo la spiegazione già data è sicuro che De Beauvoir non sia famosa in generale non in quel consesso quanto Sartre affermazione della quale dubito.
Interviene una signora dicendo che lei è donna e a lei non ha dato fastidio quel che ha detto la guida e che, dopotutto, non lo ha fatto certo apposta. Io concordo con la signora e dico che non critico l'intenzione critico la cosa in sé.

LA guida riprende a commentare la foto e dice che Doisneau è riuscito a restituire la Weltanschauung di De Beauvoir. Rrido sotto i baffi della sua ipocrisia sessista. Se dice De Beauvoir terme che il suo pubblico dica ma chi è? ma non si fa scrupolo di usare il termine Weltanschauung.

Più tardi, commentando una foto in cui si vedono un ragazzo e una donna vestiti di tutto punto non in un locale ma in una via della periferia, la guida commenta l'ambiguità della foto e l'inversione di ruoli perchè l'uomo non ha la barba ed è poco virile...

Stavolta taccio.

 

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bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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