17 aprile 2012

Honda Vision 50: una pubblicità maschilista, sessista e machista

Avevo visto il cartellone pubblicitario un paio di mesi fa. Non ricordavo la marca della moto, ma ricordavo bene la dinamica della pubblicità. Sula rete per quanto cercassi non ero riuscito a trovare nulla, finché oggi mi imbatto nella pubblicità nella stazione di Monte Mario e scatto una foto col cellulare.
Su internet della pubblicità non c'è traccia. E sul sito dell'Honda c'è la foto ma senza loghi o scritte.

Questa è l'immagine presa dal sito:

 Questa è la foto fatta da me.


La ragazza è completamente anonima, visto che non ne vediamo il viso, abbracciata al ragazzo e con il volto sulla sua spalla.
La gamba destra flessa all'indietro a simboleggiare frivolezza, dipendenza, non eguaglianza: in quella posa ha scarso equilibrio e deve poggiarsi a  lui per non cadere. E' inoltre non del tutto aderente al corpo del ragazzo, con la la sola punta del piede destro che poggia per terra come dire che non c'è, non è presnete, non è coinvolta, del tutto, mentre il ragazzo è proverbialmente con entrambi i piedi per terra.
Uno scooter non ti tradirà mai, una ragazza sì.
Il ragazzo ha il collo girato verso lo scooter in uno sforzo  che gli scombina un po' i lineamenti. Sopraffatto dalla presenza della ragazza, che sembra quasi un corpo che sta reggendo, dà un ultimo sguardo allo scooter prima di soccombere. O magari prima di mollare la ragazza e fuggire sullo scooter. Chissà.
Essendo uno scooter e non una moto il target  è giovanilismo.
Infatti il claim della pubblicità recita il tuo vero primo amore allineandosi a tutti quei parallelismi tra donne e motori di cui sono piene anche le pubblicità del passata.

In questa pubblicità all'impulso sessuale, ancora acerbo, prevale, almeno così sembra vendere la pubblicità, quello della meccanica, del motore, ma anche della mobilità.

Dopo tutto lo scooter serve per andare in giro.

Adesso non voglio leggere commenti a questo post dei realisti del marketing che mi spiegano, come se non mi fosse chiaro, che è solo una pubblicità, costruita sul paradosso che il ragazzo preferisca il motore alla donna e che non c'era altro modo per farla se si voleva giocare su questa scelta ironica.

Perchè non è vero.

Si potevano invertire i ruoli della coppia, se si voleva giocare al paradosso. E mettere la ragazza al posto del ragazzo.
O fare uscire tutte e due le pubblicità con ragazzo e ragazza a ruoli invertiti.
Avrebbe dato un messaggi di uguaglianza e parità tra i sessi.
Invece così non è.
Questa pubblicità mette sullo stesso piano di scelta una ragazza, e solo la ragazza, benché anonima e dunque a-personalizzata, e uno scooter.

Conferma la gerarchia maschile dello sviluppo che vede svilupparsi nel maschio naturalmente solo ed esclusivamente eterosessuale prima l'interesse per i motori (da coltivare fin quando è piccolo facendolo giocare con autofficine giocattolo) senza dargli informazione alcuna sui futuri rapporti con l'altro sesso, come invece si fa nelle stesse pubblicità per bambine con le ragazze che si abituano già da piccole al sogno del principe azzurro o a giocare con gli elettrodomestici che pi useranno sul serio da grandi.
Come se le ragazze non usino il motorino o non possano essere attratte dai motori proprio come i ragazzi, magari senza per questo essere viste come lesbiche.

Questa pubblicità viola il codice di autodisciplina IAP
Art. 10 – Convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona
La comunicazione commerciale non deve offendere le convinzioni morali, civili e religiose. Essa deve rispettare la dignità della persona in tutte le sue forme ed espressioni e deve evitare ogni forma di discriminazione.
 Corsivo mio.

Una pubblicità davvero maschista e irricevibile nel 2012.
Se qualcuno conosce i nomi dei creativi (sic!) di questo capolavoro del maschilismo fascistico del secolo scorso me lo faccia sapere.

Grazie


Nessun commento:

bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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