Già qualche anno fa mi occupai su questo blog del maestro Roberto Lupi (Milano 1908 - Dornach, Basilea, 1971) e del brano Saturno (cui altre fonti si riferiscono come Armonie del pianeta Saturno) composto secondo il metodo cui egli diede il nome di “Armonia Gravitazionale” impiegato come musica per il fine trasmissioni della Rai dal 1954 al 1985.
Ne riparlo ancora oggi perchè trovo su internet una versione pressoché integrale del brano col video originale.
Il bambino che è in me è ancora lì, davanti al televisore, aggrappato a quelle poche note e alle sensazioni che gli ispiravano.
All'epoca qualche surfer mi scrisse chiedendo lumi e informazioni. Pubblico tutto quel che ho trovato sulla rete (e che non trovai allora) sperando di far loro cosa gradita.
Esiste un numero doppio della rivista Civiltà Musicale anno XX, n. 55/56 (giugno-dicembre 2005), euro 20,00, dedicata al Maestro che comprende due cd con alcune sue composizioni (ma non si capisce se c'è anche Saturno) che si può acquistare senza
spese di spedizione presso il sito Libreriauniversitaria.it.
Su Facebook c'è un gruppo dedicato a Lupi sul quale si trovano informazioni interessanti.
Caro Ale,
RispondiEliminaquesta musica mi TERRORIZZAVA. Sempre. Non parliamo poi del minuto appresso quando spegnevamo il televisore e nell'oscurità della camera da pranzo - allora era lì che si mettevano i televisori - rimaneva sospeso LUI.
Il puntino luminoso al centro dello scermo spento.
Io non osavo passare davanti al televisore in quei momenti...
Sono sbalordita nel leggere esattamente quello che sperimentavo nel mio essere da bambina
EliminaI primi accordi avevano qualcosa di inquietante ma quelli successivi no erano così tranquillizzanti...
RispondiEliminaPer me questa musica era la traduzione in note delle sensazioni che provavo quando osservavo il cielo stellato. (sapere che il brano è dedicato al pianeta Saturno non sai quanto mi ha emozionato!).
Mistero, inquietudine ma anche tanto ottimismo.
Sono il solo a non essere stato terrorizzato da questo brano. se leggi i commenti dei nostri coetanei raccontano tutti storie simili alle tue. Io no. Io anelavo il mistero cui questa musica alludeva e speravo ogni serra mi venisse svelato.
GRAZIE...GRAZIE E ANCORA GRAZIE...
RispondiEliminaPer anni ho cercato di capire di chi fosse questa melodia.
Dopo 47 anni ho finalmente scoperto chi è l'autore di questo brano, breve ma talmente intenso da aver segnato la mia immaginazione infantile sino ad oggi.
Leggo spesso che molti miei coetanei provavano disagio o inquietudine nell'ascoltarlo.
Non era così per me.
Al pari del Sig Paesano, anche per me era un momento magico di mistero e di tranquillità. Mi immaginavo spesso sdraiato sull'erba ad osservare le nuvole passare ascoltando quelle poche note...e a volte l'ho fatto davvero.
Anche per me è stata una piacevole sorpresa sapere che il tema del brano è dedicato a Saturno, pianeta da sempre fentastico e misterioso con i suoi affascinanti anelli.
Che dire della costruzione musicale del pezzo? Semplicemente fantastica, il suono dolce della tromba (strumento solitamente irruento) da a questo pezzo un senso di quiete, quasi a a voler rimembrare un pensiero nostalgico.
Il tocco finale dell'arpa, sulla velata melodia dei violini, chiude il brano lasciando in chi lo ascolta il senso di mistero non ancora svelato e da scoprire.
Si, scoprire...e cerco disperatamente di trovare qualcosa di più a riguardo, sperando ci siano brani simili composti dall'autore Roberto Lupi, che sconoscevo sino ad ora.
Grazie di cuore.
Sono felice se posso aver soddisfatto una tua curiosità. Mi fa piacere anche leggere che a te la musica di Lupi faceva lo stesso effetto che faceva a me!
RispondiEliminami permetto, essendovi ulteriori informazioni e una bella lettera d'accompagnamento. un caro saluto a tutti:
RispondiEliminahttp://marcolenzi.wordpress.com/2009/01/12/signore-e-signori-buonanotte/
Uno dei brani musicali più affascinanti che abbia mai sentito, di incomparabile bellezza, ne sono sempre stato stregato e rapito, e sarebbe la migliore conclusione di ogni giornata. Ha un solo, imperdonabile difetto: dura troppo poco, ahimé.
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