Certo se dicessi che della morte di Taricone non me ne frega un cazzo peccherei di cinismo e di egocentrismo oltre ad essere come minimo incoerente (perchè a qualcuno dovrebbe fregare qualcosa se al Paesano non gliene frega un cazzo della morte di Tarricone?).
Così è facile leggere commenti in questo senso su facebook dove ognuno (beh non proprio tutti) parla solo di sé, usa il mondo circostante per esprimere se stesso, presentarsi al mondo in base a giudizi tranchant, sì/no, bello/brutto, pro o contro.
Mi dispiace solo che a far parlare di Taricone sia stata la sua fama mediatica non la dinamica dell'incidente.
Fosse stato uno dei tanti lavoratori morti per la scarsa sicurezza del posto di lavoro, una vittima dell'aggressione di chi, per qualunque ragione, ha pensato di passare alle mani per testimoniare il proprio non gradimento, sarebbe stato ben più grave ma non avrebbe guadagnato la posizione che ha avuto sui tg nazionali.
Taricone e degno di notiziabilità per il suo nascere dal nulla, da un programma tv che lo ha portato a comparsate in vari programmi prima e gli ha permesso di fare fiction e film poi. Uno dei tanti lavoratori che fanno il loro lavoro dignitosamente, e, a loro differenza, raggiungono le prime pagine dei giornali non per meriti professionali, ma perchè il sistema mediatico italiano p sempre più autoreferenziale e preferisce parlare di uni di loro che del mondo esterno.
E non mi si venga a dire che Taricone è poverino perché lascia una bimba piccola. Poteva pensarci prima di lanciarsi col paracadute. Un rischio inutile per uno sport che non ha alcuna funzione sociale.
E intanto abbiamo impiegato risorse pubbliche per salvargli la vita. Per carità ogni essere umano ha diritto alle cure, ma chi fa uso dissennato della propria vita rischiandola per l'emozione di lanciarsi col paracadute (ritardando la frenata di 20 metri...) forse ne ha un po' meno diritto di chi è caduto da un ponteggio non messo in sicurezza per portare a casa in un anno quel che Taricone guadagnava in un giorno...
Viviamo proprio in una società malata.
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