Nel dispaccio Ansa che annuncia la morte di Luciano Emmer si legge: E' morto a Roma il regista e sceneggiatore Luciano Emmer conosciuto, tra l'altro, per essere il padre di Carosello.
(...)
Tra i suoi film di impronta neorealista 'Parigi e' sempre Parigi', 'Le ragazze di Piazza di Spagna' e 'Terza liceo'. Ma l'attivita' piu' nota e' quello pubblicitaria: la sigla del primo Carosello, quella con i siparietti che si aprivano uno dopo l'altro e' opera sua.
Emmer pubblicitario? La sua opera è stata altrettanto importante in campo filmico e documentario come testimonia anche Internet Movie Database il sito internazionale (ma originario degli Stati Uniti), che riporta ben altre produzioni oltre a quelle dei Caroselli (che sono cose finite comunque da più di trent'anni, mentre Emmer ha continuato a fare film fino al 2009).
Ecco un'altra semplificazione sulla strada di Brunetta: Emmer pubblicitario in barba ai documentari e ai film che sono ben altri da quei tre titoli citati (senza anno né paese di produzione) nel dispaccio Ansa.
Non c'è che dire il giornalismo italiano è sempre più pressappochista...
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16 settembre 2009
Brunetta e il cinema italiano
Leggete qui e qui cosa dice il ministro Brunetta sul cinema italiano.
Ne emerge un panorama culturale desolante e non in linea col resto d'Europa.
Ma perché (...) finanziamo il cinema? Forse che finanziamo il piano bar o la discoteca? Per Brunetta il cinema non è cultura è solo intrattenimento.
Allora perché la riforma varata da un altro ministro della sua stessa compagine governativa ha introdotto lo studio del cinema nei licei? Cosa si insegna a scuola discoteca e piano-bar?
Ma anche se il cinema fosse solamente una industria al pari di quella delle scatolette di tonno (e non lo è) Brunetta è miope perché non capisce (o finge di non capire) che nel cinema da lui tanto vituperato sono veicolati valori, idee, luoghi comuni, che entrano nella testa della gente e che vanno quindi analizzati, vagliati, visti in maniera critica.
Questo approccio nazista (Goebbels) alla cultura fa rimpiangere quell'ausilio che tutte le destre occidentali danno almeno alla cultura come industria.
L'idea della cultura come momento formativo appartiene alle sinistre, qui da noi ci si è invece spostati talmente a destra che la sinistra fa quello che altrove fanno le destre liberali.
Brunetta è quello che è e le sue ecolalie si spiegano da sole. Quello che mi chiedo è dove sono tutti i tromboni che insegnano cinema?
Perché nessuno è intervenuto a spiegare a Brunetta che Rossellini non era comunista ma democristiano?
Perché chi opera nel settore, formatori, dottorandi, docenti, sprecano tempo rivalutando Alvaro Vitali (non ce ne voglia) e la commedia sexy degli anni 80 mentre uomini di governo fanno delle semplificazioni politiche sulla storia del cinema italiano che farebbero inorridire anche il mio gatto (che non c'è più)?
Dove sono le voci in difesa di un minimo di scientificità sulla storia del cinema?
Dove sono i giovani?
Dove sono le opposizioni?
Brunetta è già il meglio che il paese ha da proporre?
Propendo per un suicido collettivo.