21 settembre 2009

No all'omofobia. E il razzismo???

E mentre un attentato incendiario al Qube fa gridare i giornali (da Libero a Repubblica al Messaggero) all'ennesimo caso di omofobia, mentre le associazioni di categoria dimostrano un equilibrio e una responsabilità ben maggiori (d'altronde la vocazione anti-omofoba è solo l'ultima moda, che cadrà presto nel dimenticatoio, una logica infame quella della notizia-spettacolo dalla quale non sono immuni nemmeno gli organizzatori della manifestazione a sostengo della libertà di stampa, spostata al 3 ottobre p.v.m per non rimanere offuscati dai morti in Afghanistan...) l'uccisione di un lavavetri senegalese, il cui corpo senza vita è stato ritrovato nei pressi del parco della Caffarella di Roma, non è stata data con la stessa enfasi.
Solo Il Messaggero e Repubblica, giornali romani, pubblicano un articolo di un certo spessore, per Corriere e Unione Sarda solo un trafiletto nel quale non si denuncia il razzismo, la xenofobia, né si fa cenno all'imminente manifestazione del 24 settembre voluta da Comune di Roma, Provincia e Regione contro ogni forma di violenza di stampo razzista ed omofobo. Solo messaggero e repubblica riportano le dichiarazioni del gruppo Everyone:
«È un fatto orribile - dicono Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, del Gruppo Everyone - Ma ancora più inquietante è la censura attuata da tutti i media italiani di fronte all'episodio, che è stato divulgato senza alcun rilievo, come se si trattasse di un evento senza importanza. Se al posto di un nero senegalese vi fossero stati una donna o un ragazzo italiani, i giornali ospiterebbero la notizia nelle prime pagine e da ogni parte si solleverebbe un allarme violenza nella Capitale». Il Gruppo Everyone rende noto di aver segnalato «alle autorità internazionali» questo «ennesimo accadimento», sollecitando «una presa di posizione decisa e inequivocabile da parte delle Nazioni Unite, dell'Unione europea e dei Paesi civili».
Per gli altri l'omicidio del lavavetri resta un evento a sé, non accomunabile ad altri, né al clima di esasperazione fomentato dalla stessa stampa che enfatizza i crimini commessi da extracomunitari dando poco rilievo ai crimini nei quali gli extracomunitari sono le vittime.
Il 25 scendiamo in piazza anche per il lavavetri (del quale non si conosce ancora il nome non avendo l'uomo dei documenti con sé), così come scendiamo in piazza per Abba e per tutte le vittime di queste continue aggressioni.
Abba e il lavavetri sono gente come noi.  Sono noi. A chi tocca la prossima volta?

Nessun commento:

Posta un commento