10 aprile 2013

Il razzismo c'è. Sulle dimissioni di Cristiana Alicata in seguito a un tweet irricevibile perchè razzista.


I fatti sono questi.


Durante le primarie del Pd per scegliere il candidato sindaco di Roma (questa nuova finta forma di partecipazione politica, loro scelgono chi votare e noi li votiamo, una vera partecipazione democratica sarebbe quella di scegliere noi i candidati non di votare una rosa di persone scelte dall'alto... Il Pd come tutta la sinistra non è meno demagogica del Pdl, o di Grillo e della sua organizzazione di cavernicole e cavernicoli delle istituzioni) in uno dei seggi del XV Municipio Cristiana Alicata nota che molti rom stanno votando e pensa subito che quei voti siano comprati da qualcuno.

Pensa subito di esprimersi con un tweet:

 

Un tweet che viene giustamente riconosciuto per quello che è: un tweet razzista.
Non già Alicata nella sua intima essenza.
Ma questo tweet da lei scritto.

I motivi per cui il tweet è razzista sono chiari.
Se debbo spiegarveli vuol dire che siete razzisti e razziste pure voi.

Lo spiega bene uno dei commentatori del tweet


Cristiana sa, ma non ha le prove, che qualcuno nel suo partito ha comprato i voti di alcune persone Rom per manipolare gli esiti delle primarie.

Un problema enorme di democrazia all'interno del suo partito che dimostra i limiti e l'inutilità delle primarie che sono uno specchietto per le allodole, un voto che è comprato a priori visto che per votare bisogna dare un contributo volontario di due euro.


Che qualcuno paghi chicchessia per esprimere un voto di preferenza è grave. Ma non si può chiamare la polizia perchè queste primarie non hanno dimensione legale.

La dirigenza del partito potrebbe decidere di candidare altri anche se il voto dei suoi elettori ed elettrici - o meglio il voto di chiunque voglia andare a votare... non è detto che poi alle elezioni del sindaco io voto Pd anche se ho votato alle primarie... - si è espresso in un certo modo. 

Il Pd ci perderebbe la faccia ma sarebbe ancora nella legalità.

Insomma il problema primarie è spinoso e capisco che Cristiana se ne senta amareggiata.

Però se il problema è il voto comprato non si capisce perchè Alicata vede i (e le) Rom e pensa al voto comprato guardando loro.

Solo i (e le) Rom sono comprabili?

Certo che no. Ed ecco il cortocircuito razzista.

Se ci sono Rom in fila è perchè qualcuno li manipola. Non è previsto che ci siano Rom che sono in fila per usare quello strumento di pseudo partecipazione democratica ammannito dal PD come santo Graal della democrazia. Se ci sono sono tutti venduti.

E' come quando, vedendo una persona Rom, pensiamo che quella ruba.
Solo le persone Rom rubano?
NO.

Eppure tutti e tutte dinanzi due persone una Rom e una no siamo psicologicamente propensi\e a pensare che la prima sicuramente ruba la seconda non è detto.

Sarebbe una questione di statistica.
Lo dice anche Cristiana in un suo post anche se parla di altro (dei voti comprati) e non si rende conto del razzismo del suo tweet.

Invece si tratta di pregiudizio e generalizzazione.

Quel che è razzista nel tweet di Cristiana è il fatto di collegare una etnia (poteva essere una nazionalità, una provenienza geografica, di genere, di orientamento sessuale)  a un comportamento (presunto) che non è precipuo di quella categoria.
Non tutte le persone Rom sono state comprate per votare alle primarie non tutte le persone che sono state comprate sono Rom.
E' come pensare che se sei effeminato sei gay, se sei donna guidi male, se sei del sud sei mafioso.

Sono generalizzazioni che discriminano una intera categoria in base a un pregiudizio.

Un errore facile da fare nessuno ne è esente, nemmeno il sottoscritto.

Però quando mi viene in mente un pensiero razzista me ne rendo conto e lo riconosco senza timore.

Perchè un pensiero razzista non fa di me un razzista fa di me una persona umana (donnana?) che può sbagliare e sbaglia.

Non ho problemi a riconoscere il mio errore.

Non ho problemi a riconoscere che a volte mi vengono dei pensieri che non superano poi il mio vaglio critico, etico, politico.

Quando mi accade non difendo il mio errore. Sorrido e mi dico no Alessà hai detto una fesseria
Non cerco di giustificare una frase infelice perchè  io non sono razzista. Riconosco con onestà intellettuale che ho toppato. Ho scritto una cavolata. Quel pensiero espresso è razzista, maschilista, omofobico.

Quel che rende allora Cristiana razzista, proprio lei e non solo il tweet infelice da lei scritto è la presunzione di non voler ammettere di avere sbagliato


Ecco. E questa mancanza di umiltà che mi insospettisce.

Tutti abbiamo pensieri razzisti.
Senza volerlo, per un automatismo del pensiero, perchè siamo (dis)educati dai media.
Non esistono puri di cuore.
Esiste solo il vaglio critico col quale lottare per pensare meglio.

Certo nessuno sta dicendo che Cristiana vuole fare strage di Rom.

Ma i veri razzisti non sono solamente quelli che picchiano i Rom.
Come omofobi non sono solamente quelli che picchiano gay  lesbiche.

Quelli e quelle sono delinquenti.

Omofobi sono anche quelli e quelle che pensano che due uomini insieme  fanno schifo anche se poi dicono che ognuno può scopare con chi vuole, basta che non lo si ostenti.

Mi sono spiegato, vero?

Invece non solo Cristiana scrive sul suo blog un post dal titolo ancora più infelice Non è razzismo, è statistica (un titolo intellettualmente onesto sarebbe stato ho scritto una grossa sciocchezza ma volevo intendere un'altra cosa) ma nello spiegare il perchè di quel tweet ne dimostra ancora meglio il razzismo.
Una frase velocissima e di getto che raccontava cosa stava succedendo in un seggio. Se ero arrabbiata? Sì? Con i Rom? Certo che no. Il mio sarcasmo era ed è rivolto a chi sfrutta la loro non integrazione, il loro essere ancora comunità non ospitata nel tessuto cittadino a meno che non sia utile ai voti.
E no Cristiana!

Se eri arrabbiata con chi sfrutta la non integrazione dei Rom non avresti detto le sole incredibili file di Rom
Avresti detto i soliti delinquenti che sfruttano i Rom.

I Rom (e le Rom) non sarebbero stati soggetto ma complemento oggetto della tua frase.

Secondo una pratica italianissima tanto a destra quanto a sinistra noi siamo propensi sempre a criticare in un rapporto di sfruttamento più chi viene sfruttato di chi sfrutta.

Ci lamentiamo dei rom in fila per le primarie (è quello hai scritto nel tweet Cristiana...) come ci lamentiamo delle prostitute, mai di chi va con loro, secondo una tradizione italiana che ci fa essere forti coi deboli e deboli coi forti.

Cristiana ha continuato a minimizzare sul portato razzista del suo tweet mentre le accuse di razzismo si andavano ingigantendo facendo di una questione di per sé minore una questione politica grave al punto tale da indurla a presentare le dimissioni.

Mi sembra una scelta inevitabile, che si sarebbe potuta evitare se Cristiana subito dopo il tweet razzista ne avesse preso le distanze invece di ergersi a persona immune dal razzismo (nessuno lo è Cristiana, nessuno).

Invece, testarda, in un altro suo post minaccia di denunciare chi ha detto che il suo tweet è razzista.

Alla faccia della democrazia!


Molti sono intervenuti\e a difenderla.

Io sto dalla parte di Cristiana.

Io, casomai, se permettete, sto dalla parte dei Rom.

Comunque....

Nel suo post in difesa del suo tweet Cristiana insiste sul fatto che i voti di quei rom siano stai comprati.

Per difendere la sua tesi cita la dichiarazione di un volontario di un altro seggio che conferma la presenza di Rom dai voti comprati.

“Primarie Bersani/Franceschini/Marino. Seggio di Via Oratorio Damasiano (Roma). Ero tra i volontari che spesero una bella domenica di democrazia in un gazebo. Arrivò una fila di rom (circa 40) a votare. Proprio perchè credo nella assoluta uguaglianza, chiesi loro – come a chiunque altro – il “contributo volontario” di 2 euro. Ingenuamente, il capofila mi rispose “io ne do due a te e a me ne danno 20, a me va bene comunque”. La frase è stata messa a verbale alla chiusura del seggio, ma nessuno – NESSUNO – ha preso alcun provvedimento. Il problema non sono assolutamente i rom, che da cittadini italiani godono esattamente dei miei stessi diritti e ne vado orgoglioso, ma del fatto che qualun altro – dentro un partito – abbia sfruttato una situazione di indigenza per comprare un voto. E’ tutto verbalizzato.”
(fonte  Non è razzismo, è statistica post di Alicata sul suo blog)

I neretti sono miei.
Dunque per M. i diritti dei (e delle) Rom sono tali non perchè godono degli inviolabili diritti umani ma perchè cittadini/e italiani/e.

Se sono stranieri evidentemente per M. hanno meno diritti.

Mi chiedo cosa avrebbe fatto M. se in fila ci fossero stati cittadini senegalesi...

Razzismo? Certo.
Fascismo? Sicuramente.
Consapevole?
Non lo so.
Ma il punto è proprio questo. 

Cosa è più pericoloso il pensiero di uno che non vuole essere razzista ma, suo malgrado, lo è o il pensiero di chi è razzista sapendo di esserlo e volendolo essere?

Molti e molte hanno difeso Cristiana accusando chi le faceva notare il razzismo del suo tweet di strumentalizzazione politica.
Dario Accolla nel suo blog elfobruno interviene così:

L’autrice del tweet ha poi spiegato meglio il suo pensiero: il problema non sono certo i rom alle primarie, ma chi li paga per orientare l’esito del voto.
Un pensiero ad alta voce come molti se ne fanno nella quotidianità, forse peccando di generalizzazione, ma – e lo ripeto – non un pensiero razzista. Cercherò di spiegarlo con un esempio.
Vivevo al Pigneto, un quartiere multietnico di Roma la cui bellezza sta appunto nella moltitudine che lo popola. Ci sono, insieme alla componente italiana, cittadini/e di varie etnie: indiani, pakistani, egiziani, senegalesi, ecc. Tra questi, la stragrande maggioranza persone oneste che vivono del loro lavoro, una pattuglia di delinquenti che soprattutto la notte scatena(va) risse anche sanguinose per il controllo del mercato della droga nella zona. Da chiunque, italiani e non, quel gruppo di spacciatori era identificato con uno specifico appellativo etnico. E non per razzismo, ma proprio perché in quella zona – cioè, in quel contesto – era un gruppo ben riconoscibile e proveniente dal luogo x a delinquere.
Paradossalmente, poi, indicare l’etnia degli spacciatori era un modo per salvaguardare le altre etnie che vivono lì in modo pacifico. Ciò non significava, nelle intenzioni e nel linguaggio adoperato che tutti gli elementi dell’etnia in questione fossero delinquenti, ovviamente, ma solo quelli di quel gruppo e, appunto, in quel contesto.
Anche qui i neretti sono miei.

Per Dario Accolla autore di questo post sul suo blog Elfobruno dunque si discrimina una etnia per salvaguardare le altre etnie...

perchè generalizzare è una forma di discriminazione. Si sostituisce il reato (o la cosa negativa) ascrivendola a quella categoria.

Gli spacciatori non sono spacciatori (poco importa se italiani o stranieri se Buntu o Caucasici). Invece per gli abitanti del Pigneto gli spacciatori sono dell'etnica vattellapesca. Come  a dire che non esistono spacciatori in nessun altra categoria...

Il pensiero razzista come vedete è un pensiero irrazionale...
Chi pensa in maniera razzista pensa sempre male e prende cantonate come fa Accolla quando scrive che quelle indiane, pakistane, senegalesi ed egiziane sono etnie (sic!) e non nazionalità.

La nazionalità diventa razza. E queste sono le stesse persone che se uno o una distinguono in base all'orientamento sessuale dicono che siamo tutti uomini e donne.
Già ma non apparteniamo però tutti alla stessa e unica razza quella del genere umano e donnano.

Siamo divisi in nazioni e la nazione fa razza.

Un po' come il gene dell'omosessualità.

Chi parla male pensa male e può avere delle uscite razziste.

E anche questo è indice della scarsissima salute della nostra democrazia.

Consiglio a tutti e tutte la lettura di un ottimo libro: L'invenzione dell'etnia  di J.L.Amselle e E.M'Bokolo (Meltemi, Roma 2008).

Perchè sul razzismo abbiamo tanto da imparare tutti e tutte.

A cominciare dal sottoscritto man mano e via via verso le persone più importanti di me come Cristiana Alicata che fa politica dentro il partito democratico.



1 commento:

Anonimo ha detto...

condivido in pieno...
Ottima spiegazione, lunga ma senza essere tediosa. Secondo me centri il punto. Dovresti postarlo sui blog delle persone citate, perché lì la discussione langue e gira e rigira intorno allo stesso punto.

bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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