28 novembre 2010

La rete o del giornalismo feccia

Anche se la mia amica Mariù, a ragione, mi ricorda che non ha senso parlare di cose che hanno consistenza solo sulla rete non posos fare a meno di commentare certi articoli pubblicati sulla rete.
Stamane mi cade l'occhio sul sito Giornalettismo il cui titolo è già tutto un programma.
Tra le notizie leggo questa: Non chiamatemi prostituto, sono un escort gay”.
Niente da invidiare alla carta stampata. Non leggo l'articolo, non spreco più il mio tempo così. Mi cade però l'occhio sullì'...occhiello dell'articolo che dice: Nella notte parigina il sesso a pagamento omosessuale nasce nei bar: ecco le testimonianze di tre protagonisti.

Sesso a pagamento omosessuale...

Cioè non è il sesso ad essere omosessuale, ma il pagamento...
Beh è evidente che un pagamento gay p molto più gentile e morbido...

Giova ricordare Moretti: Chi parla male, pensa male.
Tommaso Caldarelli, l'autore di questo pezzo,  non pensa affatto e nel suo articolo (poi l'ho letto...) dice solo stupidaggini da gossip e non ricorda nemmeno che, nel mondo gay battere non vuol dire prostituirsi, ma cercare qualcuno che ci sta. Per cui la descrizione dei clienti tipo di uno di questi escort, riportata nel pezzo,
C’è l’uomo sposato, che ha scoperto tardivamente la sua omosessualità, o che ha a volte solo bisogno di parlare; poi c’è l’uomo attivo e superindaffarato, che quando è di passaggio a Parigi vuole tirare un colpo veloce ad un bel ragazzo; e poi c’è il ragazzo di 25 anni che ha avuto un colpo di fulmine e vuole passare una bella notte con me
sono tutte cose che soprattutto a Parigi, puoi fare GRATIS, non solo nei locali gay, ma in qualunque altro posto della città, visto che parlare lo fanno tutti e che i ragazzi di 25 anni che si innamorano di altri ragazzi sono gay ben inseriti nella società, con una vita lavorativa oltre che omoaffettiva e non hanno certo bisogno dei soldi per mediare le loro sere di sesso (o di amore).
Ma si sa, l'omosessualità deve sempre rimanere nel sordido...

Nessun commento:

bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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