17 ottobre 2009

Croncache dal festival (1)

Insomma, un po' in sordina, abbiamo iniziato anche quest'anno.
La prima novità è che gli accrediti entrano in tutte le sale direttamente (tranne la S. cecilia). Per cui niente più file estenuanti ai botteghini (e lavoro estenuante per i botteghinai...).

Il villaggio del cinema è più grande e ricco dell'anno scorso, ma non ho ancora avuto modo di vedere bene. un ritardo delle navette (non più gli autobus delle scorse edizioni ma navettine con appena 6 posti a sedere...) che da Piazzale Flaminio (tra gli altri posti) portano direttamente all'Auditorium mi ha fatto arrivare alla proiezione delle 17 giusto in tempo.
Primo evento speciale un omaggio a Heath Ledger, da parte di un consorzio di artisti, cineasti e compagnia, The Masses con il quale collaborava. Come? Dirigendo un video come questo per esempio, davvero notevole.



Il brano è dei Modest Mouse un gruppo Indie americano. canzone notevole, video notevole, che scopre l'anima animalista di Heath. Nel resto dell'omaggio giusto qualche sua foto o raro video dove si vede quanto era bello, non certo bravo, ma poco più. Un omaggio un po' improvvisato...

Poi sono volato alla proiezione di Dawson isla 10 (Cile, Brasile, Venezuela 2009) di Miguel Littin, ambientato nel campo di prigionia in cui, dopo il colpo di stato militare in Cile, nel 1973, vennero rinchiusi i più stretti collaboratori e ministri del governo Salvador Allende dove, per cancellarne le identità, sono ribattezzati con un numero. Il film si ispira al libro autobiografico di Sergio Bitar ministro di Allende, all'epoca della prigionia, il numero 10 del titolo. Ma il film poetico, ben girato, ma con una sceneggiatura piena di ripetizioni e di elementi non chiare, fa del racconto dei prigionieri un vissuto personale, mentre la voce fuori campi del numero 10 si chiede dove hanno sbagliato lui e i suoi compagni di prigionia, come se fossero lì per un golpe conteso che loro hanno perso e non perché destituiti da una carica cui avevano acceduto per regolari elezioni dai militari sostenuti dalla CIA... Non si vede mai l'opinione pubblica, tutto è raccontato dal punto di vista dei prigionieri, ma in maniera personale, mai politica, mai pubblica. La voce fuori campo non ne fa considerazioni generali ma un'elegia del ricordo personale dal quale sono tagliate fuori le ragioni politiche economiche che portarono Allende a essere ammazzato.

Un film a uso e consumo di noi occidentali (e infatti il pubblico in sala ha applaudito contento di non essere stato messo in ballo o che non siano stati fatti scomodi paralleli per esempio con Franco in Spagna...)


Dovevo vedere un terzo film, ma Dawson Isla 10 è iniziato con 30 minuti di ritardo e l'altro film si è andato a farsi benedire.

Son tornato a casa in solo un'ora e mezzo, per il traffico e l'attesa di quasi mezzora del 714 a termini.
MA CHE BELLA LA CITTA'... com'è allegra la città...

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bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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